di Giulia Sarno
Artigiano multimediale e osservatore inquieto, nel corso degli anni Stefano De Ponti (Milano 1980) ha collaborato con numerose realtà e istituzioni artistiche internazionali, pubblicando e presentando il suo lavoro in Europa, Russia, Canada e America. Si definisce cercatore di combinazioni organizzate secondo le regole dell’armonia dettate dal caso, e pone il centro della sua ricerca lungo confini indefiniti dove suono, materia, ecologia e relazione si incontrano, con l’intento di attivare stati d’animo ricettivi e disponibili al dialogo.
Nel 2019 De Ponti ha dato avvio al suo nuovo progetto La natura delle cose ama celarsi, un percorso di ricerca in perpetuo divenire, in cui vengono affrontate le dinamiche di massificazione e accumulo dei processi di creazione e fruizione poste in relazione con l’inevitabile impermanenza che accomuna ogni cosa. Necessità, esperienza, attenzione, memoria, oblio, presenza, annullamento, abbandono sono alcuni degli aspetti indagati attraverso opere intermediali e transitorie, connotate da un comune pensiero critico nei confronti della dispersione derivata dal collasso mediatico contemporaneo.
Il progetto, che De Ponti sta sviluppando con il contributo del programma Residenze KATE di Tempo Reale e con quello di Nub Project Space, viene presentato il 23 novembre 2020 sul nuovo portale sperimentale Licheni – una piattaforma online e un laboratorio virtuale di ricerca, uno spazio trasversale dove artist* e non-artist* possano confrontarsi e intrecciarsi, ideato e gestito da Nub.
In particolare, il segmento del progetto che De Ponti sta attualmente elaborando riguarda l’ideazione e la costruzione del Transient Mobile: un device monofonico portatile dall’aspetto anonimo e inerte, che in questa sua prima versione appare simile a una stele di pietra priva di ornamenti. Ciascun multiplo integra un dispositivo che conserva al suo interno suoni unici dei quali non esiste alcun duplicato, diversi tra loro per qualità, organizzazione e durata. Stimolato da un’azione tattile il dispositivo avvia una riproduzione in forma di vibrazione, rendendo i suoni udibili dal singolo fruitore attraverso il proprio apparato scheletrico che diventa così mezzo di conduzione. La riproduzione inizia e prosegue fino al rilascio. Al successivo contatto l’ascolto ripartirà da dove lo si era interrotto. Non ci sono output o regolazioni di volume, come non c’è modo di muoversi temporalmente nella riproduzione della traccia che dopo la sua conclusione non potrà essere ascoltata di nuovo. La fruizione quindi avviene e dura soltanto “nel momento” e i soli parametri regolabili sono la scelta del luogo e la disposizione di chi ascolta. Al termine dell’esperienza rimarrà l’oggetto e il suo contenuto, realizzato in modo da rendere fallimentare e distruttivo ogni tipo di intervento estrattivo. Ciò che si è ascoltato potrà essere solo evocato attraverso il ricordo dell’esperienza nelle modalità preferite dal fruitore, con la possibilità di accogliere e integrare alcune indicazioni suggerite dall’autore.
Sul portale Licheni sarà possibile seguire gli sviluppi del progetto.
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