di Johann Merrich*
Come un arbusto radicato tra le crepe dell’asfalto, lo Studio Eksperymentalne Polskiego Radia di Varsavia si fece largo nella censura del regime comunista germogliando tra le fenditure aperte dagli scontri operai di Poznan nel giugno del 1956: al grido di “pane e libertà”, gli scioperi e le manifestazioni popolari ebbero l’effetto di allentare la morsa repressiva del dominio sovietico generando una parentesi di riforme nella fisionomia economica, sociale e culturale del Paese.
Nato nel 1957 in virtù della protezione di Wlodzimierz Sokorski – ufficiale militare, scrittore, attivista politico, giornalista e Ministro della Cultura e delle Arti dal 1952 – lo Studio Eksperymentalne Polskiego Radia fu una bolla di libertà espressiva, un’isola plasmata sulle forme dei laboratori di Parigi, Milano e Gravesano che godeva di relativa imperturbabilità: posta alle dirette dipendenze di Sokorski, la fucina della radio di Varsavia era al riparo da ordini esterni e nessun’altra autorità avrebbe potuto interferire nelle attività di produzione. Ricorda l’ingegnere del suono Eugeniusz Rudkin:
When we started working at this very communist radio (obviously, there was no other), party officials would pester my superiors, saying we were transplanting degenerate bourgeois art onto pure Polish soil. That was one trend. The other one was to leave us alone. I am proud that in this goddamn communist era, when Poland was seemingly totally isolated, our works could be heard all over the world.
Inaugurata con mezzi di fortuna, la musica elettroacustica polacca aveva cominciato ad affacciarsi sugli orizzonti del Paese qualche tempo prima attraverso gli esperimenti del Dipartimento di Ingegneria del Suono dell’Accademia di Belle Arti della capitale (1954) e le composizioni per nastro magnetico di Andrzej Markowski e Wlodzimierz Kotoński, quest’ultimo responsabile della prima opera ufficialmente prodotta allo Studio – Study for One Cymbal Stroke (1959) – creata per il film surrealista animato Albo rybka… (Or the fish) di Hanna Bielinska e Wlodzimier Haupe.
Dedicato alla produzione di musica per radiodrammi, teatro e danza, lo Studio Eksperymentalne era dotato degli allora classici equipaggiamenti, come generatori di segnale, filtri e registratori a nastro magnetico; seguiti da ingegneri del suono, giovani compositori come Penderecki poterono trovare nello Studio un luogo in cui sperimentare e realizzare opere come Psalmus (1961) o Symfonii (1966) di Boguslaw Schaeffer, tra i primi in Polonia a esprimersi attraverso i linguaggi della musica elettronica.
Lungi dall’essere un organismo cristallizzato e immobile, durante gli anni Settanta lo Studio implementò la sua strumentazione abbracciando le tecnologie a controllo in voltaggio con l’acquisizione di un sistema modulare Moog e di un AKS (1973). La possibilità di produrre musica in tempo reale diede impulso alla nascita del Grupa KEW, trio formato da Elzbieta Sikora, Krzysztof Knittel e Wojciech Michniewsk. I tre compositori si erano conosciuti ai corsi di musica elettronica dell’Accademia di Varsavia (1968) e avevano avviato una prima collaborazione nel 1971 lavorando assieme a The View from the Window, opera di Sikora commissionata dallo Studio al suo ritorno da uno stage biennale intrapreso in Francia sotto la direzione di Pierre Schaeffer e François Bayle.
KEW rappresentò un vero e proprio punto di svolta nella storia della musica contemporanea polacca inaugurando le formule dei live electronics e delle opere multimediali con produzioni come Drugi Poemat tajemny – Il secondo poema segreto presentato in anteprima nel 1974.
Negli anni della sua intensa attività, lo Studio Eksperymentalne Polskiego Radia di Varsavia non solo creò le condizioni per la nascita di nuove composizioni e movimenti ma si impegnò anche nell’organizzazione di concerti di musica elettroacustica, seminari e workshop popolarizzando la nuova musica sulle frequenze di Canale 2 della Radio Polacca. Divenute modello e fonte di ispirazione, le pratiche dello Studio favorirono la nascita del Dipartimento di Elettroacustica dell’Università Tecnica di Danzica – avviato nel 1968 grazie a Marianna Sankiewicz-Budzynska (1921-2018) – e dell’Electronic Music Studio dell’Accademia di Musica di Cracovia (1973).
Dal 1958, la Polonia formò una nutrita schiera di compositrici attive nei campi della sperimentazione elettroacustica ed elettronica: nei quarant’anni di esistenza della facoltà di Ingegneria del suono dell’Accademia di Belle Arti di Varsavia si laurearono 159 donne su 274 laureati complessivi e molte di esse – come Marta Ptaszynska e Joanna Bruzdowicz-Tittel – scelsero di proseguire la loro carriera all’estero. Nata nel 1943, Bruzdowicz produrrà un nutrito catalogo di composizioni elettroacustiche a partire dal 1969, operando dapprima in Francia – dove si specializza con Pierre Schaeffer, Nadia Boulanger e Olivier Messiaen – e poi in Belgio. Dopo aver realizzato il brano Stress (1972) in collaborazione con Sikora, la percussionista Marta Ptaszynska si trasferirà negli Stati Uniti d’America dove continuerà a specializzarsi nel campo delle percussioni componendo brani accompagnati da elaborazioni per nastro magnetico come Space Model (1973), Quodlibet (1976) o lavori mulitmediali come Soirée Snobe Chez La Princesse per nastro magnetico, luce e strumenti a tastiera (1979).
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img © Eeviac
* Organizzatrice di suoni, Johann Merrich si occupa di ricerca e sperimentazione elettronica. I suoi progetti in solo ed ensemble – presentati a Santarcangelo Festival (2018) e alla Biennale D’Arte di Venezia (Padiglione Francia, 2017) – sono stati accolti come opening da artisti quali Zu, Teho Teardo, Mouse on Mars, Roedelius ed Evan Parker. Direttore artistico della netlabel electronicgirls, dal 2018 fa parte assieme a eeviac de L’Impero della Luce, duo dedicato alle sonorità dei campi elettromagnetici. Nel 2019 ha pubblicato per Arcana Edizioni il libro “Breve storia della musica elettronica e delle sue protagoniste”. A partire dal mese di maggio 2019, propone per musicaelettronica.it una nuova visione della storia della musica elettronica.
https://soundcloud.com/johann-merrich
http://johannmerrichmusic.wordpress.com/
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