La musica ha sempre avuto bisogno di “maestri” nel senso più nobile e ampio del termine. Artisti che hanno segnato un periodo, che hanno tracciato linee da seguire e che, con il loro lavoro, hanno funzionato da punti di riferimento per le generazioni successive.
In Italia, dopo la sbornia eccezionale delle avanguardie storiche e dove i nostri maestri sono stati personaggi come Berio, Nono, Maderna, Stratos, Berberian (e chi più ne ha più ne metta) cosa è accaduto negli ultimi vent’anni? Esistono oggi dei nuovi maestri italiani? La mia risposta attuale è positiva, i maestri vengono dall’ambito dell’elettronica, ovviamente, inevitabilmente.
Ed ecco due nomi: Luigi Ceccarelli e Elio Martusciello. La loro carriera – giunta ormai ad un livello di grande maturità – è articolata, poliedrica e, come si conviene a un maestro, densa di collaborazioni illustri, di periodi stilistici diversi, di approcci sempre innovativi ed esemplari. Come non ricordare lo straordinario lavoro con le voci iniziato da Ceccarelli negli anni Novanta e sfociato in opere emozionanti sia musicali che di teatro; lavoro ancora oggi attuale e costantemente rinnovato nella relazione con musicisti e attori di rilievo, negli sconfinamenti per il cinema, nella capacità di insegnarci cosa significano la raffinatezza del suono, la potenza del gesto, la relazione tra classico e contemporaneo. E che dire di Martusciello, già super compositore acusmatico negli anni Novanta, ma da sempre instancabile promotore di progetti e idee sperimentali, primo in Italia nell’ “estetica della macchina”, improvvisatore in tanti contesti a cavallo tra musica colta e underground; interessante anche sul piano tecnico-esecutivo, basti pensare al suo recente cambio di set dal quale emergono momenti superlativi di “jazz artificiale” o di virtuosistico solismo pianistico, ovviamente costruito digitalmente.
Le esperienze che Ceccarelli e Martusciello conducono sono anche materiale inesauribile per la didattica della composizione e dell’esecuzione elettroacustica così come la loro stessa attività formativa e seminariale coinvolge e influenza decine di giovani musicisti elettronici. Personalmente, come compositore, come operatore culturale, come didatta, mi inchino a questi due musicisti e spero di sorprendermi ancora per molto tempo ascoltando le loro opere.
img © Martina Biagi
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