di Salvatore Miele*
Dal primo giugno e fino al ventiquattro, la città di Udine ha assunto una veste diversa dal solito, introdotta nel 2016 dalla Galleria Spazioersetti e quindi giunta alla sua terza edizione. “Il Suono in Mostra-Rassegna internazionale di arte sonora” rilegge lo spazio e gli spazi del centro di Udine grazie a quella singolare lente di ingrandimento che è l’orecchio, facendo riscoprire ai visitatori luoghi della città che il più delle volte non sono di facile accesso. Grazie ad Antonio Della Marina e Alessandra Zucchi, l’immediata suggestione visiva diviene punto di partenza di una indagine sonora, fatta di una varietà di timbri e soluzioni acustiche mai scontate.
Il percorso svela una selezione di artisti nazionali e internazionali, nomi di spicco della sound art e giovani artisti.
Chi scrive ha avuto la possibilità di allestire il proprio lavoro in un luogo denso di significati, a prescindere dalla sua ubicazione geografica: le carceri.
Fig. 1. Installazione di Salvatore Miele
E sono quelle antiche del Castello di Udine che conservano storie e immagini intrappolate in una architettura ostile e magica, dura ma allo stesso tempo disposta ad accogliere.
Fig. 2. Il Castello di Udine
Ho seguito il percorso che inaugurava il festival con la presenza di alcuni tra gli artisti coinvolti.
La Piazza de le Piazze di Paolo Zavagna ha reso la torre dell’orologio di Piazza Libertà lo spazio di diffusione di una serie di field recording incentrati sul suono di campane, rendendola punto di ascolto di una moltitudine di luoghi differenti, caratterizzati da un comune denominatore.
Fig. 3. Installazione di Paolo Zavagna
Poco distante, nella Casa della Confraternita, Tao G. Vrhovec Sambolec, artista sloveno, propone una virtuale accordatura (Tuning in) tra strumenti appartenenti a varie famiglie, composta utilizzando solo suoni presi da un database gratuito.
John Grzinich al Palazzo Mantica ci ha regalato una esperienza acusmatica con la sua Un-spatial-listening, installazione composta interamente da registrazioni di luoghi inascoltati, di voci, quindi, nascoste e svelate tramite particolari tecniche di microfonazione.
L’americano Steve Roden e la giapponese Sawako fanno ospitare le loro articolazioni sonore a due spazi fortemente evocativi, per caratteristiche differenti: the walls with sand in a single neutral colormuove i suoi timbri sintetici all’interno del rifugio antiaereo, il cui riverbero diviene parte integrante dell’installazione; weavewaves : Tokyo 2018 ibrida Casa Cavazzini con suoni metropolitani del Sol levante.
Fig. 4. Installazione di Steve Roden
Fig. 5. Installazione di Sawako
Per Platou, norvegese, indaga le caratteristiche fisiche di un edificio declinando un suono semplicissimo come quello dello scaccia spiriti (attraverso altoparlanti direzionali e dalla tecnologia ad ultrasuoni), nello spazio dei Cortili di Palazzo Caiselli con Topology of two spaces.
Udine risuona di sperimentazioni, in questa settimana, che permettono di fruire della tradizione architettonica e artistica con un altro spirito. Sembra che tutto quanto conosciuto, improvvisamente, rappresenti solo l’anticamera di un luogo altro da scoprire, in cui immergersi e in cui esperire senza dubbio un rinnovato senso del tempo.
In questo momento in cui il grido alla riqualificazione e al ripensare degli spazi è sempre più udibile, “Il suono in mostra” si conferma come realtà viva e raffinata, sicuramente da incoraggiare ed alimentare.
[* Salvatore Miele è un musicista di base a Bologna, città dove attualmente vive e lavora, e nella quale ha studiato Musica Elettronica e Audiovisione. Il suoi lavori sono caratterizzati dall’organizzazione di suoni in strutture saturate, stratificando differenti elementi timbrici e combinando pulsazioni ritmiche e dissonanze con sequenze sintetiche dall’impatto più melodico. Come ricercatore indipendente, è fondatore dell’Associazione Fare Ricerca, studia il paesaggio sonoro e lo spazio urbano, pratica la registrazione sul campo, indaga la sua eventuale restituzione in ambito artistico e scientifico. Collabora regolarmente con Tempo Reale, il centro di ricerca musicale fondato da Luciano Berio a Firenze.]
luci: Alessandra Zucchi
img © Lara Carrer
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