Leon Theremin e l’American Negro Ballet Company

di Johann Merrich*

Il 21 novembre 1937, l’Harlem Lafayette Theatre accolse il debutto dell’American Negro Ballet, compagnia diretta dal coreografo tedesco Eugene Von Grona e fondata nel 1934 in seguito a un annuncio pubblicato in una rivista distribuita nel quartiere di Harlem. Le audizioni guadagnarono le attenzioni di oltre 150 applicanti; tre anni dopo, il corpo di ballo prese vita ufficialmente con 23 danzatori avviati al professionismo. 

Lo spettacolo di debutto – e più in generale, l’etica della compagnia – desiderava provare che le “persone di colore possono essere seri danzatori e non solo artisti esclusivi dei generi jazz e hot-cha” [1]; tra i vari brani scelti per costruire le coreografie – come l’Aria sulla quarta corda di Bach – L’uccello di Fuoco di Stravinskij dominò il debutto e la composizione fu fatta suonare per mezzo di un fonografo [2].

Se questa notizia può essere nota ai cultori della storia della danza americana, quel che invece è meno conosciuto è il contributo apportato da Leon Theremin all’avvenimento: l’inventore del celebre e omonimo strumento aveva costruito e installato su base personale, gratuita e volontaria i sistemi di diffusione del suono necessari alla compagnia, come rivendicato nel foglio di sala dello spettacolo oggi conservato alla New York Public Library [3].

I fili della storia che legano Theremin all’American Negro Ballet sono due ed entrambi raccontano aspetti poco noti della storia dell’ingegnere russo e delle sue invenzioni. Tra 1931 e 1932, Theremin aveva concepito la sua macro-estensione dell’eterofono: il Terpsitone, o ether-wave dance platform, dispositivo spiegato nei dettagli nel numero del dicembre 1936 di “Radio Craft” [4].

Come raccontò Clara Rockmore, virtuosa prescelta per presentare la nuova invenzione alla Carnegie Hall nell’aprile del 1932, il terpsitone era uno strumento molto difficile da padroneggiare e nessuno riuscì mai a trarne risultati soddisfacenti, soprattutto in termini di mantenimento dell’intonazione [5]. Non essendo una ballerina, Rockmore decise di ritirarsi ben presto dall’impresa, lasciando spazio ad artisti provvisti di competenze specifiche. 

Fu grazie a Henry Solomonoff – virtuoso del theremin attivo negli Studi newyorkesi dell’inventore e nei progetti di promozione dell’eterofono, come l’ensemble Victor Thermins (1930) – che Theremin poté incontrare l’American Negro Ballet (ANB), di cui Solomonoff era impresario.

Uno strumento come il terpsitone richiedeva ai suoi fruitori curiosità, moti d’innovazione, sperimentazione e intraprendenza, caratteristiche che l’American Negro Ballet pareva possedere: con la sua stessa esistenza, l’ANB aveva cambiato il modo in cui i danzatori di colore erano presentati nella danza ponendoli al di fuori di quegli stereotipi razziali che li avevano relegati sino a prima al grado di persone capaci di esprimersi solo in “forme limitate di danza”, confinate nel jazz e negli “African rituals” [6]. 

Attraverso l’ANB, Von Grona ambiva a scrivere una nuova definizione di balletto moderno in grado di rappresentare teatralmente delle storie, ma non per forza danzando sulle punte [7]. La libertà di espressione e il coraggio di evolvere verso nuove formule coreutiche allinearono ben presto le sperimentazioni dell’ANB al piglio lungimirante e futuristico del terpsitone di Leon Theremin: a partire dal 1934, grazie alla connessione di Solomonoff la neonata compagnia iniziò a frequentare i Theremin Studio per confrontarsi con il nuovo strumento. A proposito della nuova avventura nella sperimentazione, Lavinia Williams ricordò che “era estremamente difficile lavorare con la musica d’accompagnamento per creare un suono che potesse essere duplicato uguale ogni volta. Io non ci riuscii mai” [8]. 

Come detto, nessun danzatore fu mai capace di trarre un reale profitto estetico e artistico dal terpsitone e di sfruttarlo in modo efficace nell’arco di una carriera; con la complicità degli scarsi risultati ottenuti, il dispositivo cadde nell’ombra assieme ai protagonisti della sua storia, riemergendo di quando in quando in forma di nota o piccola chiosa di cronaca. 

Seconda moglie di Leon Theremin, Lavinia Williams è uno degli elementi elisi dal racconto: danzatrice e coreografa, aprirà l’Haitian Institute of Folklore and Classic Dance nei primi anni Cinquanta, dopo aver militato tra le fila degli sperimentatori dell’American Negro Ballet e impiegato il terpsitone nelle sue esercitazioni. Il matrimonio con l’inventore russo risale all’inizio del 1938 e avvenne in segreto a causa del clima culturale avverso che al tempo bandiva o sanzionava in molti Stati americani i matrimoni misti. Lungi dall’essere accolta con serena accettazione, l’unione tra Williams e Theremin creerà non pochi problemi: disapprovandone la scelta, molti amici dell’inventore decisero di non frequentarlo più e le comparsate dei due ai concerti di Lucie Bigelow Dodge Rosen – patrona finanziatrice dell’ingegnere russo – gettarono scandalo nel circolo dei ricchi milionari afferenti al “Social Register” [9].

La storia di Theremin e delle sue invenzioni intreccerà più volte il cammino della black culture e la costruzione di una piccola porzione elettronica dell’identità artistica afroamericana; in questa nuova visione, il terpsitone è un prezioso granello di sabbia dorata e racconta una delle prime collaborazioni “interraziali” della storia della musica elettronica, un episodio capace di iniziare a riqualificare la posizione di una comunità spesso esclusa dalle narrazioni.

NOTE

[1]. J. Martin, “The Dance: Negro Art” in The New York Times, 7 nov. 1937, p. 191.

[2]. J. Martin, “Negro Ballet Has Debut in Harlem” in The New York Times, 22 Nov. 1937, p. 15.

[3]. A. Glinsky, “Theremin, Music, Ether and Espionage”, p. 176. http://archives.nypl.org/scm/20924

[4]. C. P. Mason, “Theremin ‘Terpsitone’ A New Electronic Novelty” in “Radio Craft”, December 1936, p. 335. 

[5]. A. Glinsky, op. cit., p. 144.

[6] L. T. P. Jackson, “Black Swans Shattering the Glass Ceiling: A Historical Perspective the Evolution of Historically Black Ballet Companies— From Katherine Dunham to Arthur Mitchell”, Master’s thesis, Harvard Extension School 2019, in http://nrs.harvard.edu/urn-3:HUL.InstRepos:42004127 , p. 40.

[7]. L. T. P. Jackson, op. cit., p. 42.

[8]. A. Glinsky, op. cit., p. 175.

[9]. Ivi, p. 177.

–––––––––––––––––––––––––––––––––––

img © Eeviac

Organizzatrice di suoni, Johann Merrich si occupa di ricerca e sperimentazione elettronica. I suoi progetti in solo ed ensemble – presentati a Santarcangelo Festival (2018) e alla Biennale D’Arte di Venezia (Padiglione Francia, 2017) – sono stati accolti come opening da artisti quali Zu, Teho Teardo, Mouse on Mars, Roedelius ed Evan Parker. Direttore artistico della netlabel electronicgirls, dal 2018  fa parte assieme a eeviac de L’Impero della Luce, duo dedicato alle sonorità dei campi elettromagnetici. Nel 2019 ha pubblicato per Arcana Edizioni il libro “Breve storia della musica elettronica e delle sue protagoniste”. A partire dal mese di maggio 2019, propone per musicaelettronica.it una nuova visione della storia della musica elettronica.

http://johannmerrichmusic.wordpress.com/

Leon Theremin e l’American Negro Ballet Company ultima modifica: 2021-05-27T18:38:25+02:00 da Luisa Santacesaria

Lascia una risposta