di Johann Merrich*
I principi di funzionamento del theremin stimolarono immediate – e pionieristiche – riflessioni sulle possibilità offerte dalle nuove tecnologie in ambito coreutico. Dispositivo assai difficile da dominare, il terpsitone – o Theremin Ether Wave Musical Platform – fu presentato al pubblico nel 1932 con una performance di Clara Rockmore. Tra le poche virtuose in grado di dominarne l’intonazione, Rockmore si rifiutò ben presto di proseguire qualsiasi sperimentazione con il terpsitone, lasciando l’onere a persone “dotate di maggior grazia”. Sfortunatamente, nemmeno i contributi di danzatori esperti – come quelli di Lavinia Williams e dell’American Negro Ballet Company (1934) – riuscirono a sciogliere le complessità performative della piattaforma per la danza di Lev Theremin.
Nonostante lo scarso successo, il terpsitone gettò le basi per una nuova considerazione del rapporto gerarchico tra musica e danzatore; il momento più celebre e conclamato del rovesciamento di tale rapporto giungerà nel 1965, con Variation V, quando i danzatori di Merce Cunningham diventeranno veri e propri inneschi di fenomeni musicali.
Scomparsa troppo presto per riverberare a pieno la sua voce, nel corso della sua breve ma intensa ricerca anche la coreografa Philippa Cullen (Melbourne 1950 – 1975) dedicherà le sue attenzioni allo scardinamento dei ruoli gerarchici di danza e musica attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Disturbata dal fatto che i danzatori fossero relegati a un ruolo secondario rispetto alla musica, Cullen intendeva dare loro l’opportunità di essere essi stessi produttori di suono; il suo lavoro si dedicò esclusivamente allo sviluppo di mezzi capaci di estrarre la musica direttamente dalla danza. Nello sguardo di Cullen, la musica doveva cercare di diventare una funzione del movimento del danzatore.
Partecipe della scena della musica sperimentale di Sydney, a partire dal 1969 Cullen si avvicina alle nuove tecnologie dopo aver visto un’installazione realizzata dal gruppo di ingegneri e artisti Optronic Kinetics. Allestita all’università di Belle Arti, l’opera prevedeva due theremin connessi a un set di televisori e dava al pubblico l’opportunità di generare, per interazione, figure di Lissajous, forme luminose e sonore. A proposito di quell’esperienza, Cullen scriverà nei suoi diari: “Questo è proprio quel che stavo aspettando: un dispositivo capace di attivare la relazione tra suono e movimento; ora il danzatore potrà creare musica”.
Fu così che iniziò la sua collaborazione con il gruppo Optronic che costruirà per lei un theremin con un campo elettromagnetico tale da coprire lo spazio di un palcoscenico. Per questo strumento, nel 1970, Cullen creerà il balletto Electronic Aspects, per nove danzatori:
“modulando la loro distanza del dispositivo, i ballerini producono un tono sinusoidale mutevole che corrisponde esattamente alla loro posizione rispetto all’antenna. Un theremin rileva la capacità del corpo, cioè il potenziale elettrico… Ogni antenna ha intorno un campo elettrico che può essere disturbato con il corpo. L’interferenza è proporzionale alla massa, non alla velocità”.
In quella prima occasione, le note coreografiche di Cullen si trasformano in istruzioni musicali, indicando ai danzatori i tipi di movimenti che riteneva potessero creare suoni rilevanti attraverso il theremin:
“Find movements of small width which will produce a small variation in sound at various levels with various parts of the body. Experiment with each. Than make full use of whole range. Arm-hands. Rise. Body breathing… Back horizontal-rocking. Arms hands moving. Hands to release…roll onto one knee. Stand”.
Cullen non fu però soddisfatta del suono del theremin in sé, che reputava troppo crudo. Ciò la portò a indagare altre strade per migliorarne il suono attraverso la ricerca di nuovi collaboratori, come Greg Schiemer – studente di composizione musicale all’università – che le suggerì di trovare un modo per far interagire il theremin con un sintetizzatore. È grazie a Philip Connor – che da tempo stava esplorando le potenzialità del theremin – che fu messa in atto la combinazione di un eterofono e di un sintetizzatore a controllo in voltaggio. Nel 1972, con un finanziamento dell’Australian Council for the Arts, Cullen poté stabilire la Philippa’s Electronic Dance Ensemble formata da Connor, Schiemer, alcuni danzatori e altri ingegneri interessati all’elettronica. Impiegando due EMS VCS3, Connor diede vita a una nuova integrazione: ogni VCS3 era abbinato a due theremin; il primo controllava l’altezza dei suoni, il secondo i parametri e le modulazioni assegnate dai compositori. Attraverso la collaborazione con alcuni studenti dell’università di architettura, furono costruiti diversi tipi di antenne: triangolari, a forma di S, di loop orizzontali o verticali, per produrre campi elettromagnetici via via più complessi. La sperimentazione collettiva portò alla scrittura di Homage to Theremin II, presentato alla International House dell’università di Sydney, il 26 luglio 1972.
In cerca di nuove esperienze per nutrire la sua sperimentazione, Cullen si sposta in Europa dove ha occasione di lavorare con la Scratch Orchestra di Cardew, a Londra e a Monaco. In Germania, si fermerà un mese a Essen per studiare con Pina Bausch per poi raggiungere Utrecht dove studia elettronica, matematica e computer composition. Una seconda visita in Germania la porterà da Stockhausen – incontrato in Australia, nel 1970 – dove ispirerà uno dei gesti di preghiera di Inori.
Tornata in Australia nel 1973, proseguirà le sue ricerche attraverso l’uso di Synthi A – impiegato con un nuovo set di sensori a pressione costruiti per lei da Arthur Spring – e alcuni esperimenti con un computer PDP-11/40. La sua carriera si interrompe prematuramente in India, nel luglio del 1975.
Fonte di questo articolo: Stephen Jones, “Philippa Cullen: Dancing the Music”. Leonardo Music Journal 2004 Vol. 14, 65-73.
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img © Eeviac
* Organizzatrice di suoni, Johann Merrich si occupa di ricerca e sperimentazione elettronica. I suoi progetti in solo ed ensemble – presentati a Santarcangelo Festival (2018) e alla Biennale D’Arte di Venezia (Padiglione Francia, 2017) – sono stati accolti come opening da artisti quali Zu, Teho Teardo, Mouse on Mars, Roedelius ed Evan Parker. Direttore artistico della netlabel electronicgirls, dal 2018 fa parte assieme a eeviac de L’Impero della Luce, duo dedicato alle sonorità dei campi elettromagnetici. Nel 2019 ha pubblicato per Arcana Edizioni il libro “Breve storia della musica elettronica e delle sue protagoniste”. A partire dal mese di maggio 2019, propone per musicaelettronica.it una nuova visione della storia della musica elettronica.
https://soundcloud.com/johann-merrich
http://johannmerrichmusic.wordpress.com/
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