di Giovanni Mori
[In occasione del primo appuntamento del Tempo Reale Festival 2018, sezione X, organizzato in collaborazione con il Festival del Maggio Musicale Fiorentino lo scorso 18 maggio, Giovanni Mori ha assistito al workshop tenuto da Alexander Chernyshkov e Francesco Casciaro agli studenti del corso di Sound Design dell’Istituto Marangoni di Firenze, realizzando un video con estratti dell’incontro e del concerto serale]
Il video che potete vedere sotto, raccoglie una breve intervista ad Alexander Chernyshkov e Francesco Casciaro. Il primo è il compositore del brano in programma: Il rosso risvegliato (e compresso), per due esecutori, fiati estesi e dispositivi (2017-18), prodotto da La Biennale di Venezia e Tempo Reale. Il secondo è invece uno dei tecnici che ha costruito il sistema impiegato durante il concerto e regista del suono. L’evento, intitolato Suoni al futuro I, si è tenuto presso la Sala Orchestra del Teatro del Maggio, una sala normalmente non accessibile al pubblico perché riservata alle prove dell’orchestra. All’inizio del video, viene mostrata anche una breve parte della performance, nello specifico la parte conclusiva, che a mio avviso rispecchia la suggestione e la molteplicità timbrica ottenibile attraverso questo sistema. Così, saranno da subito chiare all’ascoltatore le potenzialità espressive e foniche del complesso sistema di dispositivi.
Il brano prevedeva, come accennato sopra, anche l’impiego di due esecutori “umani” (Alessandro Baticci e Dario Fariello) posti ai due lati del palco, posizionati al centro della sala e circondati ai quattro lati dal pubblico. Al centro del palco, incorniciata dai due esecutori, era installata quella che si può intendere come una sorta di “solista” (e forse anche per questo si trovava in posizione centrale): una stampante ad aghi. Il palco si configurava quindi come il focus dell’attenzione del pubblico, ed era circondato da diffusori acustici e ulteriori dispositivi sonori: relè, scanner, hard disk, lettori di floppy disk, aspirapolvere e altre attrezzature, come anche un rotolo di nastro adesivo industriale che vi lascio l’onere (o l’onore) di scoprire come è stato impiegato durante la performance (spoiler: è mostrato nel breve estratto contenuto nel video).
Il brano si configura come un continuo intreccio di azioni performative compiute da umani, e di suoni emessi dalle macchine controllate da un software opportunamente impostato che le comanda attraverso l’impiego dell’ormai storico protocollo MIDI. Durante l’esecuzione, a momenti più rarefatti si sono alternati altri più densi e compatti, in cui sono comparse anche reminiscenze melodiche di composizioni che sembravano provenire da colonne sonore di film eroici. La conclusione, mostrata nel video, è forse il momento con maggiore pathos, in cui uno degli esecutori afferma urlando in maniera affannosa che ormai “Non c’è più scampo”, scappando fisicamente dal luogo della performance in maniera piuttosto teatrale. A proposito di teatro, riprendendo le parole utilizzate da Francesco Giomi durante la presentazione dell’evento, questa esecuzione è un esempio di teatro sonoro, in cui conta sì la musica, ma conta in maniera altrettanto importante anche la sua messinscena e le azioni performative compiute.
Questo video è interessante per capire come l’evento è stato costruito e, di conseguenza, per comprendere meglio quali siano le idee e gli scopi di tale progetto. Inoltre, si possono intuire anche le sue potenzialità espressive e immaginarlo all’opera in altri contesti. Speriamo molto presto.
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