Ctrl+s | Conversazioni sulla sopravvivenza della musica elettronica

di Redazione

Ormai da qualche anno, Tempo Reale ha avviato una riflessione sulla salvaguardia e sulla promozione del patrimonio musicale (ma non solo) sedimentato nel suo archivio. Questo rispecchia la più che trentennale attività del Centro nell’ambito della produzione musicale con le nuove tecnologie elettroniche, che come è noto pone seri problemi di conservazione. Tra i molti progetti attivati recentemente attorno al suo archivio (per esempio, il portale ClockClacked), presentiamo oggi una nuova iniziativa.

Ctrl+s | Conversazioni sulla sopravvivenza della musica elettronica è un ciclo di interviste video, ideato e realizzato dalla ricercatrice e divulgatrice scientifica Federica Bressan e coordinato per Tempo Reale da Giulia Sarno e Luisa Santacesaria. Coinvolge cinque artisti e artiste che hanno collaborato negli anni con il Centro – Marco Stroppa, Stefano Trevisi, Daniela Cattivelli, Gabriele Marangoni e Adriano Guarnieri – che Bressan ha coinvolto in un fitto dialogo attorno ai problemi e alle prospettive della trasmissione delle loro opere e pratiche, che si inseriscono nella vastissima costellazione del suono elettronico.

Le interviste saranno trasmesse a partire dal 5 novembre, a cadenza settimanale, ogni venerdì alle 18:30, sui canali social di Tempo Reale e di musicaelettronica.it (5/11 Stroppa; 12/11 Trevisi; 19/11 Cattivelli; 26/11 Marangoni; 3/12 Guarnieri). Tutte le interviste sono preregistrate.

Abbiamo chiesto a Federica Bressan di raccontarci i presupposti di questo progetto. Riportiamo di seguito le sue parole.


Il problema della conservazione della musica elettronica non è mai stato risolto. Me ne sono occupata per anni, in diversi ambiti e in diversi ruoli, sulla base della mia formazione musicologica e del mio approccio alla ricerca di carattere informatico-scientifico. 
È l’approccio da scienziata che col tempo mi ha portata a maturare una posizione per cui quello della conservazione della musica elettronica non è un problema – nel senso che la definizione di un problema presuppone l’esistenza di una soluzione. Altrimenti di cosa staremmo parlando? 
Preoccupati di non perdere pezzi di musica per strada, che ci continuano a cadere dalle mani, non ci accorgiamo che una soluzione ideale a questo “problema” non è mai stata detta. Proiettiamoci in un futuro in cui la musica elettronica “è stata conservata”. Com’è? 

Un non problema 
Formulata nei termini attuali, la conservazione della musica elettronica non è un problema. Si potrebbe argomentare che lo sia, ma mal formulato. In questo caso, quale sarebbe il vero problema
Dopo una decade di riflessioni talvolta scettiche talvolta appassionate, il mio pensiero è che innanzitutto tutti pensiamo di capire cosa intendiamo quando parliamo di “conservare” qualcosa e in particolare il repertorio di musica elettronica. Significa non perderne dei pezzi, poterlo riascoltare, poterlo rieseguire. Naturale, intuitivo, persino banale. Cosa altro potrebbe significare “conservare” se non “non perdere”? 
Il fatto che in qualche modo “ci capiamo”, fa sì che continuiamo a parlarne. Ma secondo me è un girarci intorno. In termini scientifici (ma anche solo di pulizia concettuale, per non abusare del termine ‘scienza’), non stiamo occupandoci di nessun problema. 
Sarebbe già diverso se vedessimo la questione come un problema filosofico: allora sì che avrebbe senso parlarne. Perché la filosofia non dà risposte chiuse, ma non per questo non risolve nulla. La filosofia continua a chiedere, e il divenire delle risposte è il processo di cui abbiamo bisogno. 

La musica come cultura 
C’è un angolo cieco nel modo istintivo di concettualizzare il problema della conservazione della musica elettronica nei termini abituali. Consiste nel fatto che sottovalutiamo una certa fissità dell’atto conservativo, e specularmente, nel fatto che sottovalutiamo la vitalità dell’oggetto, il repertorio di musica elettronica. 
Ah, se potessimo notare un brano di Live Electronics come una sonata classica. Avremmo risolto tutto, sarebbe tutto lì tra i quattro lati del foglio – infondo una partitura del genere la può suonare anche un automa musicale. Ovviamente non siamo così ingenui e sappiamo che anche una partitura classica non contiene tutta l’informazione utile alla sua esecuzione. 
La musica elettronica ha senz’altro delle peculiarità caratteristiche, ma in generale condivide con tutta la musica il fatto di essere espressione di un tempo, di una comunità e di una cultura. In questo senso è una cosa viva, e come si fa a conservare la vita? 

Le interviste ai compositori
Seguendo il filo di queste riflessioni, da qualche tempo ho trovato valore nell’ascoltare le persone che si occupano di musica elettronica, per continuare a sviluppare la domanda: qual è il vero problema? E scomponendo il problema in problemi più piccoli, quali possono avere soluzioni e risposte chiuse? 
Da qui è nata l’idea delle interviste ai compositori – solo una delle tante figure coinvolte nel repertorio di musica elettronica, ma senz’altro una figura chiave. L’inizio di un progetto di ampio respiro che idealmente proseguirebbe con testimonianze di altri compositori oltre a quelli coinvolti nella serie realizzata in collaborazione con Tempo Reale, oltre che di studiosi, tecnici, esecutori, organizzatori, editori, responsabili, ecc. – in sostanza tutte le persone che sono la musica elettronica. 
Quindi la musica come cultura. E la cultura la fanno le persone, che riacquistano un’importanza centrale, laddove prima l’attenzione era sulle cose (l’opera, la partitura, la scrittura, il formato del file, l’archivio digitale, ecc.). 
Non so se tra cento anni potremo ancora ascoltare o suonare uno, alcuni o tutti i brani di musica elettronica composti oggi, ma di certo possiamo: 1. essere (embody) la nostra cultura oggi, appieno e con coraggio, senza indulgere nella “sindrome della conservazione” che è castrante; e 2. continuare a interrogarci, a discorrere da bravi filosofi, documentando il processo che è esso stesso divenire, esso stesso cultura, che siamo noi. 

Federica Bressan

Ctrl+s | Conversazioni sulla sopravvivenza della musica elettronica ultima modifica: 2021-10-25T09:00:00+02:00 da Giulia Sarno

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