di Luisa Santacesaria
[In vista della presentazione del nuovo portale ClockClacked, in programma per il 26 gennaio 2021, pubblichiamo una serie di brevi contributi dedicati ad alcune installazioni sonore prodotte da Tempo Reale nel corso della sua storia.]
All’inizio del 2002, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia chiese a Tempo Reale di ideare e realizzare una grande installazione sonora – voluta da Luciano Berio e dedicata alla storia della musica elettronica – per diversi spazi all’interno del nuovo Auditorium di Renzo Piano a Roma. L’installazione doveva interessare quattro aree differenti, all’interno e all’esterno dell’edificio: il grande foyer semicircolare, l’area esterna intorno alla cavea, lo spazio della mostra di Renzo Piano e la grande sala 2700 (ora Sala Santa Cecilia), che all’epoca era ancora in costruzione e che fu inaugurata a parte nel dicembre 2002.
Nonostante l’installazione fosse dislocata in quattro aree diverse, era musicalmente divisa in due parti. La prima includeva il foyer, lo spazio esterno (cavea) e l’area della mostra; il materiale musicale diffuso in questi ambienti era costituito da estratti di una selezione di lavori elettroacustici, elaborati attraverso un’interpretazione spaziale delle loro caratteristiche stereofoniche. Il sistema di spazializzazione generale sviluppato da Tempo Reale fu implementato per questa occasione in modo da permettere un legame più stretto fra i suoni diffusi e l’architettura degli ambienti. Gli algoritmi di spazializzazione realizzavano traiettorie del suono concepite sulla base delle caratteristiche fisiche degli spazi, che vennero realizzate attraverso una particolare configurazione degli altoparlanti. La musica diffusa in questi ambienti includeva estratti di opere elettroniche di François Bayle, John Chowning, Pietro Grossi, Mauricio Kagel, György Ligeti, Bruno Maderna, Bernard Parmegiani, Henri Pousseur, Steve Reich, Jean Claude Risset, Denis Smalley, Karlheinz Stockhausen e Daniel Teruggi.
La seconda parte dell’installazione era allestita nella sala 2700 (la sala più grande dell’Auditorium) e includeva frammenti di opere di Luciano Berio (come Linea e Chants parallèles) e Claude Risset (Sud), usati dai creativi dello staff per ricomporre una struttura musicale site-specific che comprendeva anche materiali sonori naturalistici. Questa installazione sonora aveva una configurazione ellittica degli altoparlanti, posizionati specificamente per sottolineare la geometrica e le ampie dimensioni dello spazio.
Progetto e realizzazione: Francesco Giomi, Damiano Meacci, Kilian Schwoon
Consulenza musicale: Lelio Camilleri, Paolo Pachini
Consulenza tecnica: Francesco Canavese
In collaborazione con BH Audio
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Fonti:
Francesco Giomi, Damiano Meacci, Kilian Schwoon, Electroacoustic music in a multi-perspective architectural context: a sound installation for Renzo Piano’s Auditorium in Rome, Organised Sound 8 (2), Cambridge University Press, 2003, pp. 157–162
Francesco Giomi, Damiano Meacci, Kilian Schwoon, Sound and architecture: an electronic music installation at the new auditorium in Rome, Proceedings of the XIV Colloquium on Musical Informatics (XIV CIM 2003), Firenze, Italy, May 8-9-10, 2003
Francesco Giomi, Musica per grandi architetture. Alcuni progetti sonori di Tempo Reale, in Musica & Architettura a cura di A. Capanna et al., Edizioni Nuova Cultura, Roma 2012
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