di Redazione
Pubblichiamo i risultati del Call for works di dicembre 2020-gennaio 2021 dedicato a opere sonore e audiovisive concepite in stretta relazione con i temi della pandemia e del lockdown. Hanno partecipato alla selezione, oltre alla redazione di musicaelettronica.it, anche Ludovico Peroni (Università di Firenze) e Giovanni Magaglio (Tempo Reale). Qui di seguito l’elenco dei pezzi selezionati, accompagnato da brevi descrizioni degli autori e link di approfondimento. Ringraziamo i numerosi partecipanti e ci riserviamo di pubblicare prossimamente su musicaelettronica.it gli altri lavori.
The sound Outside Composition (2020, inedito)
Elaborato audiovisivo ideato e sviluppato da Valeria Caputo e Sara Lenzi, in cui sono stati condensati alcuni dei soundscapes più rappresentativi e le testimonianze degli autori del progetto The Sound Outside nato dalla proposta, indirizzata ai professionisti del suono, di raccogliere registrazioni dei paesaggi sonori delle città in lockdown dovuto alla pandemia.
CONFLUENCES (Giulia Vismara + Franziska Windish)
Walking in the dark / Space eraser (2021, inedito)
Through the corona pandemic we found ourselves suddenly living in two different countries – planned workshops, activities and residencies were cancelled: we had to develop new working methods in order to continue to work and share our research despite the changed circumstances. From physical research in the field, we moved on to the concept of ubiquity and multi-location. We created scores for each other, that we could perform while being at a distance of 1,516.6 km. We used written or spoken assignments, sound transmission through mobile radio or the transfer of audio recordings, and as an important feature we share our reflection of the experience through a conversation.
Walking in the dark / Space eraser are based on two connected actions that we performed in the last months. The work was created following several steps:
1. Choose an architecture in the city (L’Aquila and Brussels respectively), to perform a live performance, diffusing the sound in specific ways across the space and at the same time recording everything.
2. Created a track and sent it to each other, without revealing anything about the space combined with a series of questions about the perceptive listening experience
3. Listen to each other’s track and record the answers.
4. Juxtapose the different layers and create a piece. Through the combination of these levels we want to transfer the experience of focused listening, associating and thinking together. The two pieces perfectly highlight the approach behind the project, namely: thinking-by-the-milieu (Deleuze and Guattari, 1980) cultivating different forms of collaborative interaction and experiential forms of knowledge in a constant flow-of- participation (Abram, 1996).
ANDREA SILVIA GIORDANO + NICHOLAS REMONDINO + ANDREA TRONA
DIVARI00: når (2021, inedito)
når è un brano generato tramite DIVARI, un sistema di composizione collettiva a distanza che permette di esplorare la lontananza geografica-temporale e alcuni aspetti della memoria uditiva. Le regole rudimentali su cui si basa DIVARI, stabiliscono, da una parte, ruoli e interventi temporali precisi tramite una partitura a finestre, e, dall’altra, garantiscono un certo grado di imprevedibilità del risultato. DIVARI individua due ruoli compositivi: quello di generatore (ovvero chi genera qualsiasi tipo di materiale sonoro) e quello di elaboratore (ovvero chi elabora il materiale sonoro con totale libertà compositiva). La condivisione dei materiali sonori tra musicisti generatori ed elaboratori avviene quotidianamente tramite cloud storage e la composizione finale è dunque un puzzle realizzato secondo le indicazioni temporali della partitura. Quest’ultima può articolarsi lungo un arco di tempo esteso, traducendo, nel dominio del tempo, la condizione geografica in cui siamo costretti da mesi. Il processo compositivo di DIVARI00: når (esperimento “zero” del sistema DIVARI) si è sviluppato lungo l’asse geografico Cuneo-Oslo nell’arco temporale di una settimana tra dicembre 2020 e gennaio 2021.
Dance of the Deserted Spaces (2020, inedito)
Dance of the Deserted Spaces is composed using field recordings taken from four different locations across the globe after the Covid-19 outbreak resulted in mass public lockdowns. The sonic character of these places shifted dramatically once stripped of the dominance of human activity and previously hidden aural worlds built from nature, automated machinery, the reverberation of open space and the earth itself revealed themselves. The piece takes these ‘background’ sounds and give them a stage of their own to dance, converse, expand and exist independent from their relationship to human presence. These normally unregistered noises evolve rhythmically and harmonically in an autonomous celebration of sound itself. The idea developed during. my last night on duty at the museum I work for in Tasmania, Australia. With the museum suddenly closed indefinitely to the public I slowly shut down all but the most basic power and lighting systems and listened as the empty building revealed a new sonic atmosphere of gentle creaks, air-conditioning and essential plant mechanics. The sounds of the museum were recorded that night and form the raw material for Dance of the Deserted Spaces along with field recordings sent to me from a deserted intersection in Brooklyn, the empty auditorium of an international school in Yokohama and the entrance to the Parc des Buttes-Chaumont in Paris. Ideas of dystopia, harmony, freedom, tension and evolution are explored as the global sounds come together in defiance of cultural classification, revelling in the peopleless space and time. Life and energy beyond the reductive parameters of humanity and society are given a platform to create a celebratory noisescape of the omnipresent sounds the secretly surround us.
STEFANO GIAMPIETRO + GIORGIO BOSSO (un_p)
Voices and faces (2020, inedito)
Le interazioni sociali negli ultimi decenni hanno esponenzialmente cambiato natura. Buona parte di esse avviene a distanza e il confine tra presenza e assenza (di cui il corpo è la loro conditio sine qua non) ha assunto contorni sempre più sbiaditi. In questo contesto sono nate piattaforme di videochat pubbliche, coacervi di volti e voci che si susseguono in pochi secondi. Voices and faces è l’esito di sessioni di registrazione e improvvisazione avvenute su una di queste piattaforme. Il fulcro dell’esperimento consiste nell’incitare le persone che si ritrovano dinanzi la performance a interagire con essa, emettendo qualsiasi suono. Successivamente, tramite manipolazioni prodotte in tempo reale, i suoni vengono collocati in uno spazio artificiale riemergendo dilatati nel tempo, creando così inediti rapporti intrinseci. Il delicato momento storico che stiamo vivendo fa emergere riflessioni sul potenziale dei dispositivi di comunicazione di cui disponiamo e sul significato di comunità, isolamento, relazione, intimità e performance.
I Giorni dello Stupore (2020, inedito)
I Giorni dello Stupore è un progetto nato in condizioni di isolamento durante il lockdown di marzo-aprile 2020; i tre artisti (Marialuisa Capurso, Francesco Massaro e Adolfo La Volpe) hanno volto queste limitazioni a proprio favore, concependo una pratica di creazione musicale a distanza che trasformasse le intrinseche limitazioni imposte dalla quarantena in una possibilità di indagare nuovi modi di interazione musicale perfino nell’ambito della musica improvvisata, per la quale il trovarsi nello stesso luogo nello stesso momento è apparentemente condizione imprescindibile. Per due mesi esatti è stata prodotta una traccia sonora al giorno (della quale veniva preventivamente definito l’esatto minutaggio attraverso pratiche aleatorie), risultato della giustapposizione di tre contributi sonori completamente indipendenti. Ne è così risultato un diario sonoro fatto di musica elettroacustica, poesia, spoken word e field recordings degli ambienti nei quali la reclusione si è svolta. A lavoro ultimato gli artisti hanno aggiunto al concept un ulteriore livello semantico, attribuendolo a Marile Repausuri, fittizia performer artist, musicista, intellettuale, scrittrice ed attivista politica che avrebbe operato in reclusione nel corso del ventesimo secolo, producendo un corpus di testi poetici, disegni, saggi teorici e partiture grafiche. Per vari decenni i suoi lavori sarebbero rimasti del tutto irreperibili, salvo poi riaffiorare in alcuni siti web nei primissimi anni del ventunesimo secolo in forma di brevi e spesso molto enigmatici frammenti. Più recentemente un gruppo di artisti si sarebbe proposto di organizzarli e di ricomporli in un’opera sonora aperta, costituendo a tale scopo un collettivo internazionale che porta il nome dell’artista.
RICCARDO TOCCACIELO (2021, inedito)
Music for 18 students
Il progetto si interroga sulla quotidiana ripetizione sonora in tempo di lockdown all’interno degli spazi domestici. Un gruppo di studenti della Scuola Aldo Moro di Bucarest ha messo in evidenza il proprio ambiente sonoro e la sua riscoperta acustica. Scoprire e riscoprire, con l’intenzione di interagire attivamente con gli oggetti del quotidiano rendendo più presente e attivo il proprio “essere e stare”. Ognuno di loro ha registrato il suono prodotto da diversi oggetti domestici e suoni proveniente dalla finestra, questo materiale è stato poi lavorato dal sottoscritto, frammentandolo e ripetendolo. Il titolo del lavoro prende in gioco, inevitabilmente visto il momento, la ripetizione e il suo significato pandemico. Il risultato vuole essere un piccolo omaggio a chi, come molti ma forse più di tutti, risentirà a lungo di questa situazione ed è dedicato a tutti gli studenti.
Lascia una risposta