di Francesco Giomi
Con un drammatico coup de théâtre ci ha lasciato Daniele Lombardi, compositore fiorentino e molto altro. Un addio davvero inaspettato, da colui che fino a poche ore prima suonava e concepiva musica, da chi con precisa regolarità alzava il telefono per chiamare collaboratori e interpreti sempre pronto a coinvolgerli in mille progetti in giro per l’Italia, da chi ha esplorato fino ad un attimo prima i confini della musica.
Sia io personalmente che soprattutto Tempo Reale ha lavorato con lui in diverse occasioni a partire dai primi anni Novanta: in particolare mi piace segnalare due lavori recenti certamente importanti del suo catalogo: Glitch, realizzato in due occasioni al Museo Pecci di Prato e alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze; Divina.com, presentato prima nella stupenda cornice della Galleria dell’Accademia di Firenze e poi a Ravenna Festival.
Oggi molti a Firenze sembrano ricordare questa figura della cultura nostrana con tutti gli onori così come fioccano lavori e collaborazioni di rilievo lasciate evidentemente in sospeso. Intendiamoci, non che a Firenze gli mancassero amici, collaboratori e occasioni (che lui cercava e promuoveva senza sosta), ma certamente non nell’ambito delle “cabine di regia”[1] della musica toscana “che conta”. Sapere che tutto questo era ed è giunto ad una svolta non può far altro che piacere, vedremo se durerà alla prova dei fatti e degli anni. Nel frattempo non possiamo far altro che augurare a lui un caloroso benvenuto. Benvenuto a Firenze Daniele!
[1] Dio sa quanto mal sopporti questo tipo di lessico coniato e utilizzato da tutta una scuola di manager dello spettacolo di qualche tempo fa.
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